Récits et poèmes d'outre-grilles

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Una domenica da cani

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Si è messo addosso tutto quello che poteva per togliersi il freddo dalle ossa. Eppure fuori la giornata è di sole. E poi il clima da queste parti non può essere così ameno. Sono i nervi. La mancanza di calorie è un improvviso sentimento d'abbandono, a farsi intirizzire. Ma se vuole continuare a crederci, a resistere alla fame, deve prendersela con il tempo. Lo scombussolamento del pianeta che ha attinto la Calabria. Non sarebbe poi così avventato dare la colpa alla calotta fondente alla deriva. Giusto prima di cominciare a battere i denti, stava leggendo la lettera enciclica. Gliela ha mandata un'amica sua suora di clausura - tanto per rimanere nell'ambiente. E’ elogiabile e terrificante allo stesso tempo, come il Papa azzecca tutti i mali del pianeta. Il dito sulla piaga, senza appello. Ma Francesco il buono col suo freddo non c'entra niente. Gli spifferi gelati non vengono dall'esterno. Neanche dal cuore, quello è in buone mani. Ma dallo stomaco che, vuoto da venerdì mattina, gli si attorciglia sotto le coperte. Non fraintendere, neanche a Guantanamo Calabro si lasciano morire di fame i prigionieri. La colpa è sua, si è messo a digiuno per evitare guai.
E’ successo tutto così in fretta. Doveva essere un inizio di giornata come tutti gli altri, nel reparto isolamento.
Qualcosa è andato storto.
Si è chiesto tante volte, con tutto il tempo di cui dispone, che bisogno ha il galeotto di coltivare maniacalmente le abitudini: ogni cosa al suo maledetto posticino - ogni movimento studiato al millimetro. Come se la cella fosse teca e noi opere preziose.
L'ora d'aria nella “scatola di stivali” come la chiama l'albanese d'oltre muro, è alle 8,30. La doccia, dopo, per togliere gli umori del passaggio del passeggio solitario. Fra questi due avvenimenti portanti, una miriade di gesti e riflessioni scanditi da algoritmi interiori. Per quanto si ostinasse a rispettare il programma stabilito, il venerdì mattina gli sfuggiva. Prima ancora di scendere dal letto, sembrava che la mente e le cose si fossero stancate di stare insieme. Cercava di non pensarci. Nonostante lo scombussolamento, se ne andò all'aria con quella quasi allegra agitazione che gli prende sempre quando c'è qualcosa che non quadra.
Il sesto senso del galeotto non ha nulla di soprannaturale. Ripensandoci a posteriori, si scoprono un sacco di dettagli che non vediamo nella vita giornaliera, ma che non sfuggono alla bestia braccata. E deve essere andata in questo modo anche venerdì mattina. Infatti, trovò del tutto normale che gli chiamassero per l'infermeria, senza mascherina. Non si sorprese più di tanto quando, da dietro un angolo di corridoio, gli balzarono addosso un manipolo di agenti guidati dal loro leader naturale. Impossibile discutere, ancor meno opporre resistenza. Non avrebbero neanche avuto bisogno di tanta messinscena per portarlo nel loro girone ISIS. Ve lo immaginate il sottoscritto far fronte a tanta forza dissuasiva?
L’AS2-ISIS è proprio come glielo avevano descritto: una specie di lugubre cassaforte nel complesso di Rossano. Ovviamente qui i penitenti non hanno diritto nemmeno alle solite mattonelle. Il cemento grezzo che regna sovrano è quello che più colpisce all'entrata. L'unica resistenza, ben passiva, l'ha opposta quando volevano che entrasse in una cella che merita qualche impressione. Dalla punizione al castigo. Non osava toccare il letto o lo sgabello, tanta era la sporcizia accumulata. si affacciò al gabinetto.... e cominciò a urlare.

Oggi è domenica 18 ottobre e non ha idea di come uscire questo scritto. Sono appena le 10:30 e oltre il blindato qualcuno ha già gridato “il praaanzo!” in arabo supponga, e sarà tutto fino a lunedì mattina. A Guantanamo Calabro la domenica non si cena. Sul serio! Pranzo cena e pane sono le tre parole che ha imparato a riconoscere. A lui il lavorante non chiede, sa che rifiute il cibo sin dall'arrivo. Il capo posto gli ha chiesto se è in sciopero della fame. Ha risposto che non ha appetito, per non dire che non si fide.
Gli è stato dato da leggere e da scrivere, con parsimonia. Alla televisione, con qualche indecenza di canale, ha preferito la sua radiolina. Si urla anche, e allora il volume della tele sale, è quando c'è un attentato. Finora è riuscito ad evitare di uscire dalla cella, Ma c'è di mezzo sabato e domenica. Per qualche colpo basso, bisogna aspettare lunedì mattina. Nel 1981, si toccò un breve periodo del famigerato articolo 90 a Fossombrone. Ripensandoci da qui, non era poi così male.

Cesare Battisti



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